Un pensiero al giorno

Mi dispiace Dolce,sicuramente è sata l'ultima. La prossima magari sarà una scossa di emozione.

Io credo che fin dal momento in cui lo spermatozoo feconda l'ovulo e la cellula primaria diventa due cellule poi quattro poi otto poi sedici insomma prende a moltiplicarsi, noi siamo ciò che saremo. Cioè esseri umani.
Oriana Fallaci

blue_rose ha scritto:

[b][i]

Una domanda che mi faccio spesso è cosa ho perso? o cosa ci guadagno?

dolcementemora scrive:
[/quote]

Le domande sono sempre lecite, utili e stimolanti.
Meno utile è assimilare la vita a una partita doppia.
Vivendo io personalmente ci ho guadagnato sempre. Ritengo guadagno persino - a saperla amministrare - la sofferenza.
Se perdita è non leggervi per qualche tempo, quando poi vi rileggo come in questo momento, il guadagno in termini di gioia è doppio e triplo.
Se poi proprio non vi posso leggere, vi penso. In tal caso il guadagno è bello e assicurato comunque.
Insomma blue_rose e dolcementemora, ormai fate parte dei miei bei guadagni.
Ma se vogliamo proprio metterla in termini contabili, la mia domanda è la seguente: Quanto vi debbo e come potrò sdebitarmi?
Ditemi ditemi.
Mttkk

mattakkion ha scritto:

blue_rose ha scritto:

[b][i]

Una domanda che mi faccio spesso è cosa ho perso? o cosa ci guadagno?

dolcementemora scrive:

Sono fermamente convinta
che sia molto peggio la tristezza di non averla mai avuta

Le domande sono sempre lecite, utili e stimolanti.
Meno utile è assimilare la vita a una partita doppia.
Vivendo io personalmente ci ho guadagnato sempre. Ritengo guadagno persino - a saperla amministrare - la sofferenza.
Se perdita è non leggervi per qualche tempo, quando poi vi rileggo come in questo momento, il guadagno in termini di gioia è doppio e triplo.
Se poi proprio non vi posso leggere, vi penso. In tal caso il guadagno è bello e assicurato comunque.
Insomma blue_rose e dolcementemora, ormai fate parte dei miei bei guadagni.
Ma se vogliamo proprio metterla in termini contabili, la mia domanda è la seguente: Quanto vi debbo e come potrò sdebitarmi?
Ditemi ditemi.
Mttkk[/quote]

Le domande sono sempre lecite, utili e stimolanti.
Meno utile è assimilare la vita a una partita doppia.
Vivendo io personalmente ci ho guadagnato sempre. Ritengo guadagno persino - a saperla amministrare - la sofferenza. Smile
Se perdita è non leggervi per qualche tempo, quando poi vi rileggo come in questo momento, il guadagno in termini di gioia è doppio e triplo.
Se poi proprio non vi posso leggere, vi penso. In tal caso il guadagno è bello e assicurato comunque.
Insomma blue_rose e dolcementemora, ormai fate parte dei miei bei guadagni.
Ma se vogliamo proprio metterla in termini contabili, la mia domanda è la seguente: Quanto vi debbo e come potrò sdebitarmi?
Ditemi ditemi.
Mttkk

Una piccola idea per sdebitarti io l'avrei e sarebbe fare cio che tante volte hai accennato



Scherzi a parte, condivido in pieno cio che ha scritto la dolce è sempre un piacere leggerti
e per sdebitarti l'unica cosa che puoi fare è continuare ad scrivere

[quote="blue_rose"]
Una piccola idea per sdebitarti io l'avrei e sarebbe fare cio che tante volte hai accennato



Ecco un segno di puro cameratismo: … finché quella mano non si accorgerà che si può muovere.

Mttkk

Ecco un segno di puro cameratismo: … finché quella mano non si accorgerà che si può muovere.

Mttkk[/quote]

È giusto cio che intendevo, un gesto di cameratismo, la purezza lasciamola a parte gia che ormai
mi pare un concetto in via di estinzione.
Un gesto del genere, sia in modo statico o dinamico è ciò che aspetto di te, dopodichè potrai sentirti pienamente
sdebitato

[quote="blue_rose"]

cita: La gioia comune, e non il dolore comune fa l'amico. (Friedrich W. Nietzsche)

In forza del sottile piglio ironico di Nietzche (uno dei miei idoli), mi permetto qualche precisazione.
Ci sono in natura due varietà di amicizia.
Una è leggera, intrisa di battute, risa, scherzi, giochi, complicità, simpatia, gaudio, scivolate e piroette di vario genere sui temi più diversi.
L’altra segue la legge dei gravi. Si alimenta cioè di tutto quanto capita. Non escludendo le parentesi di leggerezza, affronta però intrepidamente anche fatti e implicazioni serie e pesanti della vita: sofferenza, dolori, malattia e morte incluse.
La prima è spensierata, fino a un certo punto gradevole, popolare, facilmente socializzante, poco impegnativa, indolore, desiderabile e fascinosa. Persegue ossessivamente l’aprioristica pace e il cosiddetto accordo, e teme e fugge il confronto dialettico, la disputa e il contrasto.
La seconda è impegnativa, ambiziosa, insidiosa, eccentrica, snob, difficile. E non teme di rilevare e riconoscere diversità e di elaborare controversie.
La prima, alla breve mi rende simpatico e desiderabile. Alla lunga mi dequalifica, riducendomi a un patetico pagliaccio.
La seconda mi fa correre sì il rischio della pesantezza, ma mi garantisce una vita non defraudata d’una buona metà dei suoi contenuti.
Giacché questo è alla fin fine il punto: l’inquadramento più o meno realistico, dunque l’impoverimento da un lato, l’arricchimento dall’altro, dell’esistenza.
Ovviamente esistono tutte le combinazioni intermedie di amicizia, compresa quella che gabella serietà pur essendo sotto sotto d’una insopportabile, tediosa frivolezza, e quella che vorrebbe tanto riuscire allegra e spensierata solo per nascondere una sottostante, trista base drammaturgica.
Ebbene, sono tutte a mia disposizione: io sono solo chiamato a scegliere. Capisco che una fase disgraziata e infelice della mia vita non viene alleviata dalla condivisione di perversi rimuginìi lamentatori. Ma nemmeno è credibile un’amicizia strippante di barzellette e spiritosaggini per la semplicistica illusione che … almeno ci guadagniamo buoni umori e buffonesche risate.
…Magari fosse davvero così semplice!
Scelgo la seconda.

Mttkk

Una cosa buona non ci piace, se non ne siamo all'altezza.
F. W. Nietzsche

Anche non essendo io all'altezza di parole grammaticalmente incomprensibili tipo:"aprioristica" (menomale che ho un dizionario)
per me è sempre un piacere leggerti. Sono gradevoli minuti di apprendimento e relx.
Auguri Matt, x tutto

[quote="mattakkion"]

blue_rose ha scritto:

cita: La gioia comune, e non il dolore comune fa l'amico. (Friedrich W. Nietzsche)

In forza del sottile piglio ironico di Nietzche (uno dei miei idoli), mi permetto qualche precisazione.
Ci sono in natura due varietà di amicizia.
Una è leggera, intrisa di battute, risa, scherzi, giochi, complicità, simpatia, gaudio, scivolate e piroette di vario genere sui temi più diversi.
L’altra segue la legge dei gravi. Si alimenta cioè di tutto quanto capita. Non escludendo le parentesi di leggerezza, affronta però intrepidamente anche fatti e implicazioni serie e pesanti della vita: sofferenza, dolori, malattia e morte incluse.
La prima è spensierata, fino a un certo punto gradevole, popolare, facilmente socializzante, poco impegnativa, indolore, desiderabile e fascinosa. Persegue ossessivamente l’aprioristica pace e il cosiddetto accordo, e teme e fugge il confronto dialettico, la disputa e il contrasto.
La seconda è impegnativa, ambiziosa, insidiosa, eccentrica, snob, difficile. E non teme di rilevare e riconoscere diversità e di elaborare controversie.
La prima, alla breve mi rende simpatico e desiderabile. Alla lunga mi dequalifica, riducendomi a un patetico pagliaccio.
La seconda mi fa correre sì il rischio della pesantezza, ma mi garantisce una vita non defraudata d’una buona metà dei suoi contenuti.
Giacché questo è alla fin fine il punto: l’inquadramento più o meno realistico, dunque l’impoverimento da un lato, l’arricchimento dall’altro, dell’esistenza.
Ovviamente esistono tutte le combinazioni intermedie di amicizia, compresa quella che gabella serietà pur essendo sotto sotto d’una insopportabile, tediosa frivolezza, e quella che vorrebbe tanto riuscire allegra e spensierata solo per nascondere una sottostante, trista base drammaturgica.
Ebbene, sono tutte a mia disposizione: io sono solo chiamato a scegliere. Capisco che una fase disgraziata e infelice della mia vita non viene alleviata dalla condivisione di perversi rimuginìi lamentatori. Ma nemmeno è credibile un’amicizia strippante di barzellette e spiritosaggini per la semplicistica illusione che … almeno ci guadagniamo buoni umori e buffonesche risate.
…Magari fosse davvero così semplice!
Scelgo la seconda.

Mttkk

Sia una relazione fondata nelle lamentelle o una relazione fondamentata nello scherzo ed il riso gratuiti
direi che ambidue sono imcomplete, sono conoscenze soltanto parciali quindi secondo me mancate di
una grande parte di veracità. Certo è che a volte in una situazione "seria" puo servire lo scherzo per
sdramatizzare ma non deve mai usarsi per "mascherare", no una relazione non è mai semplice, ci vuole
lavorarsela ed anche se è necessario "sudarsela".
Anch'io ovviamente scelgo la seconda

[quote="donnadonna"]Una cosa buona non ci piace, se non ne siamo all'altezza.
F. W. Nietzsche

Ma modestamente possiamo fare qualche sforzo per cercare di esserci, se è davvero buona credo che valga la pena.

donnadonna ha scritto:

per me è sempre un piacere leggerti. Sono gradevoli minuti di apprendimento e relx.
Auguri Matt, x tutto

Ti ringrazio donnadonna, sei gentile. Mi procura un certo 'pieno energetico' questo tipo di riconoscimento.
Mattakkion

[quote="^dolcementemora
Grazie dolcementemora, mi tieni anche tu una buona compagnia, semplicemente degnandomi della tua considerazione.

Mattakkion
[/center][/quote]

[quote="blue_rose"]

donnadonna ha scritto:

Una cosa buona non ci piace, se non ne siamo all'altezza.
F. W. Nietzsche

Ma modestamente possiamo fare qualche sforzo per cercare di esserci, se è davvero buona credo che valga la pena.

Sono d'accordo con te Blue. Con affetto