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StelleSoleLuna
Frammenti brillanti di stelle lucenti, Astro solare sorgente di vita, Argenteo disco di luce specchiata. Il Nostro cielo dove trovare un punto di incontro, con Amicizia, Armonia, Rispetto.
Numero di messaggi : 2907 Data d'iscrizione : 04.10.08 Età : 73 Località : Prato
Titolo: Belle cene... Mer Ott 27 2010, 01:11
Ed eccoci qua. Smaltita la sbornia delle ferie si ritorna al solito tran- tran o routine come si usa dire, io invece, l’ho ribattezzato in un altro nome, ma non ve lo dico. Se non altro però, capita anche qualche time-out, per ritrovarsi in compagnia , con amici, conoscenti che poi serve anche a smaltire l’over dose delle ferie, riprendere familiarità con il trascorrere quotidiano e,se Dio vuole, fare due chiacchere in santa pace a base di cene che , guarda il caso,vengono abilmente camuffate come” degustazioni”, cioè: ci vieni domani sera fanno una degustazione di vini del Trentino, o del Friuli,o del Piemonte ecc ecc ... con abbinamenti ai vari sapori della cucina locale della regione da cui proviene il vino. Tutto questo viene anche chiamato con nomi ammalianti del tipo: “divini sapori” ,“incontri divini” ,“divino impero”, “profumi divini” “bocconi divini” etc etc … A volte la cosa si svolge in ambienti normali, cioè trattorie storiche ,bettole alla portata di tutti, oppure in fattorie o in case produttrici di vino, dove spesso ci sono anche dei vecchi cantori in ottava rima, ed è uno spettacolo piacevole. E si sta fino a notte tarda, cantando, ridendo e facendo chiasso. A volte capita però, che magari c’è quello chef o quel sommelier di nome e il tutto si svolge in antiche e austere ville del 700 … e allora la cosa prende un’altra piega. Io e gli altri non siamo abituati, ma si va lo stesso perché ci garba vedere chi c’è e cercare di fare qualche scherzo alla zitta. Sei costretto a vestirti bene, da pinguino, perché ci sono personaggi che rappresentano la città, nomi che contano e hanno un certo peso (anche sui maroni) sia in politica che nell’economia cittadina. Non sopporto la cravatta, anche se la tengo ferma con il fermacravatte, mi sento come un animale chiuso in gabbia che non trova pace(la cravatta , un cappio che detesto e ho un conto in sospeso con questa “cravatta”e un giorno gliela farò pagare: le trito tutte ). Mentre aspetti, vedi arrivare i soliti macchinoni lunghi anni di leasing, qualche babbiona con capelli cotonati che sembrano balle di peluia. Qualcuna con rimmel , che da quanto se n’è messo ci si potrebbe asfaltare un tratto del valico appenninico della A1. Altre che si sono fatte tanto botulino da perdere l’espressione naturale . Hanno una espressione fissa , come i manichini, perché probabilmente sta iniziando a prendere piede un evidente processo di mummificazione. In compenso non è che si ceni col … morto, ci sono anche altre belle visioni che rendono piacevole la serata . Noi siamo i soliti 4 che siamo sempre insieme da anni, tipo amici miei, e ognuno di noi ha una specialità di azione, ma quello che ci accomuna è il genio. Che cosa è il genio: Il genio è … colpo d’occhio, precisione e velocità di esecuzione. Rispetto alle bettole, qui bisogna tenere un contegno consono e appropriato alle persone che sono presenti, per cui sarà vietato parlare di fagioli con le cotiche, trippa e lampredotto , farinata di cavolo nero, rosticciana di maiale, sgomentevoli cofani di rigatoni al ragù e bagnarole di coniglio in umido con la polenta, inverecondi gamelloni di baccalà coi ceci e soprattutto evitare discorsi sui menù strategici del tipo: s’è mangiato bene e s’è speso poco ,senti, domenica siamo stati da (…) << Penne alla boscaiola, Spaghetti alla Carrettiera, Risotto coi Funghi (trittico) Arrosti Misti: Arista,Pollo e Faraona,Patate al Forno,Insalata di Stagione, Macedonia, Tiramisù, Caffè ,Ammazzacaffè con bottiglia lasciata sulla tavola:Indovina quanto si è speso?>>, classico tormentone tuttora diffuso negli ozi del pubblico impiego il lunedì mattina. Sarà bene non parlare di queste cose, ma ammirare e stimare l’eleganza e la raffinatezza di come si è disposto il tutto in sintonia con l’ambiente circostante. Qui si deve essere “raffinati” e avere un certo contegno. La strategia sarà 2 per tavolo, in tavoli da 8. E non dovremo fare trasparire lo sconcerto sulle portate tipo, tre tortellini (3 di numero), un ciuffetto di spaghetti (12..contati) o un cucchiaio di risotto (all’incirca 200-250 chicchi di riso),ma mostrare stupore e meraviglia di come le portate sono state disposte e sistemate con cura descrivendone la grazia e la cratività. Naturalmente senza lasciarsi sfuggire, se oltre al cuoco che prepara, c’è anche un architetto di grido che collabora in cucina. E non mostrare stupore e sconcerto dove sia proposto un (uno solo)gambo di sedano intarsiato di minuscoli dadolini di barba rossa, accasciato su un letto di ciuffetti di erba cipollina messa in piega con il phon, con otto (8) piselli, 4 per parte, disposti a bottoniera, il tutto navigante in una salsa di mirtilli color magenta istoriata da geroglifici caldei realizzati a fil di rafano liquefatto in aceto bluette delle Langhe, dal quale si elevi un allettante profumo non diverso da quello di vernice da carrozziere che imperversa in certe autovetture in rodaggio. Ne manifestare delusione a fronte di uno sformatino di gelatina di cavallo, poco più grande di una moneta da 2 euri, giallissimo, tremolante e translucido al punto di lasciare intravedere un’oliva balcanica lavorata di sgorbia alla maniera del Brustolon, assimilabile a uno scarafoncello del pleistocene imprigionato nell’ambra; e ben assediato da inquiete fiammelle di peperoni baschi, ben acconciato eccentricamente in laghetto di brodo verdino screziato da filaggini catarrose d’asparagi sfibrati del Salento. Di tutto questo si dovrà elogiare la superba confezione e gli stilemi espressivi in fantasiosi associazioni cromatiche. E se sotto lo sguardo severo del Maitre e del cuoco, che si presenta in sala in cerca di approvazioni , si dovesse trovare comunque costretto all’assaggio, si deve assumere una cauta porziuncola, con un gesto quasi da catecumeno, lasciando che si apparenti lentamente con il cavo orale, e pur ricevendone sensazioni di schifida viscosità o di intollerabile asprezza, si leverà gli occhi al soffitto, senza bestemmiare, e abbandonarsi a un’estasi ultraterrena. In genere il genio a fine cena ha già colpito. E come? Semplicemente svuotando 3 o 4 confezioni di guttalax dentro il brunello e il morellino, aumentandone l’effetto, perché tale prodotto aumenta l’azione dentro l’alcool, decuplicandone l’effetto. Provocando delle diarree simili disastrose frane di fango. Lo spettacolo è assicurato a fine cena dove già si vedono, lungo la strada di ritorno, macchine ferme con gli occupanti in mezzo ai campi che restituiscono quello che è stato proprio un cesso di cena.
CaPuCiNe
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